La fascite plantare

La fascite plantare è un processo infiammatorio a carico del cosiddetto legamento arcuato (fascia fibrosa molto resistente che unisce la zona Fasciitisplantare interna del calcagno con i legamenti delle dita e che ha funzioni di cuscinetto protettivo).
Essa è una patologia relativamente frequente ed è una delle più comuni cause di dolore al tallone. I soggetti maggiormente colpiti dal problema sono coloro che praticano attività sportive quali la corsa, il basket, il calcio, la pallavolo, il salto in lungo ecc., ma anche i soggetti affetti da obesità.
La fascite plantare, comunemente detta “tallonite”, può manifestarsi sia a livello del calcagno, sia a livello del mesopiede; nel primo caso si parla di fascite plantare prossimale, mentre nel secondo caso si parla di fascite plantare distale.
I fattori di rischio sono numerosi, fra questi: il coefficiente anagrafico, il sesso (i soggetti più colpiti sono le donne, per via dell’utilizzo di scarpe col tacco), la superficie sulla quale viene praticata l’attività fisica (superfici particolarmente rigide amplificano lo shock da impatto), il tipo di calzatura indossata durante l’allenamento, e poi le patologie traumatiche, metaboliche, neurologiche e anatomiche (il piede piatto o il piede cavo possono portare a episodi di fascite).
La tallonite dello sportivo, nella maggior parte dei casi, insorge a causa delle continue sollecitazioni e microtraumi subiti dal piede. Si tratta di vere e proprie microlesioni che con il passare del tempo possono alterare la normale funzionalità del retropiede.
La sintomatologia di questa patologia è generalmente molto fastidiosa e si manifesta con un dolore acuto, particolarmente intenso al centro del tallone, o al centro della pianta del piede, fino ad estendersi alle dita o addirittura alla gamba.
Trascurare la fascite plantare e continuare a praticare l’attività sportiva può essere decisamente deleterio, in quanto questo tipo di patologia non regredisce certo spontaneamente e insistere con la pratica dell’attività fisica può solo far peggiorare il problema fino ad arrivare ai casi più dolorosi.
La fascite plantare si cura quasi sempre con il riposo, che deve essere assoluto per un periodo che oscilla tra una – tre settimane, salvo casi più gravi che possono richiedere tempi di guarigione molto più lunghi. È tuttavia di fondamentale importanza affrontare tempestivamente il problema, in modo da evitare possibili peggioramenti ed allontanare il rischio di paramorfismi compensativi.
Esercizi di stretching della fascia plantare, del polpaccio e del tendine di achille, l’uso di tutori notturni e gambaletti rigidi da indossare durante la deambulazione, possono contribuire alla risoluzione del problema.

 

Giusy Modica
Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto.
Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00.

 

Print Friendly, PDF & Email

Related posts

Leave a Comment